Stop alla sperimentazione del metodo Stamina. Il ministro della Salute
ha deciso, dopo la bocciatura del comitato scientifico, che la cura che
utilizza cellule staminali mesenchimali, ovvero del midollo osseo, non
deve essere ulteriormente testata.
Nel documento di presa d'atto, il
ministero ha spiegato che la decisione è stata presa considerando il
parere del Comitato scientifico - e quello successivo dell'avvocatura
dello Stato - che era giunto alla conclusione che il metodo è
caratterizzato da "potenziali rischi, inadeguata descrizione e
insufficiente definizione del prodotto". In sostanza, ci si ferma perché
il metodo "è pericoloso per la salute dei pazienti", ha detto il
ministro. Le scelte, ha aggiunto la Lorenzin "vanno prese sulla base dei
fatti e non delle emozioni. Ci siamo fatti guidare dalle emozioni
derogando alle norme sulla sperimentazione in Parlamento e stanziando
tre milioni", spiegando poi di avere intenzione di destinare quei soldi
alle malattie rare. Per quanto riguarda i pazienti attualmente in
trattamento a Brescia, per sapere se potranno continuare la terapia,
bisognerà attendere il giudizio del Tar della Lombardia.
Davide
Vannoni, presidente di Stamina Foundation e ideatore della cura, non
l'ha presa bene: "Non è il metodo Stamina ad essere pericoloso per i
malati, bensì il ministro Lorenzin e chi sta gestendo così male questa
situazione, a fronte di una legge votata dal Parlamento che stabilisce
l'avvio della sperimentazione", ha detto, annunciando di voler fare
ricorso in sede europea e proseguire la sperimentazione negli Stati
Uniti. Mentre Guido De Barros, papà della piccola Sofia, ha parlato di
pantomima a danno di chi vive una realtà di una malattia incurabile,
restando senza terapia alternativa.

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